PARROCCHIA DI S. GIACOMO DEI MILITARI

(Giacomo Cangialosi)

La parrocchia, che si trova all’interno del quartiere militare detto di S. Giacomo o degli Spagnoli, amministrava i sacramenti a tutti i residenti all’interno di detto quartiere militare (oggi caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa). La chiesa edificata nel 1482, anno di una grave pestilenza,  era in origine dedicata a S. Sebastiano protettore dalla peste e per tale motivo vi  terminava la processione annuale di questo Santo che iniziava dalla chiesa eponima presso la Cala. Nel 1505 venne affidata alla maestranza dei calzolai i quali nel 1546 vi edificarono una cappella dedicata ai loro protettori i Ss. Crispino e Crispiniano e tale era la devozione che la chiesa iniziò ad assumere il loro nome; nel 1620, però, completato l’Ospedale di S. Giacomo per la nazione spagnola, i calzolai la cedettero al rettore dell’ospedale e si trasferirono in quella di S. Leonardo De Indulciis presso quella di S. Michele Arcangelo all’Albergheria. Da allora la chiesa prese il nome dell’apostolo Giacomo il Maggiore protettore della Spagna. Al 1720 risale la costruzione del fonte battesimale anche se ancora filiale della Cattedrale fino al 12 giugno 1778  data dell’erezione in parrocchia. Dopo l’Unità d’Italia venne deciso il trasferimento del titolo parrocchiale nella chiesa della Pinta, cosa mai attuata, e nel 1874 venne soppresso: la chiesa divenne autofficina per i mezzi militari e la struttura venne manomessa. Infine nel 1933 il titolo parrocchiale venne ripristinato nella chiesa di S. Isidoro Agricola annessa al Noviziato Teresiano in corso Pisani dove oggi ha sede. Nel’ultimo decennio la chiesa è stata sottoposta ad un integrale restauro che ha riportato la struttura alle condizioni ottocentesche con la riscoperta della cripta e di taluni affreschi. La chiesa, con l’altare rivolto ad oriente, è a tre navate separate da colonne di pietra e tetto rifatto con travature lignee, nel pavimento erano varie lapidi sepolcrali oggi scomparse, sotto di esso le cripte riscoperte nell’ultimo restauro. Anche questa chiesa, come quella del Castello a Mare, non godeva di immunità ecclesiastica. Ha due porte, una sulla facciata principale con arco ogivale e con due finestre ai lati e l’altra nella navata di sinistra che da su un portico. Nel 1809 era stata restaurata e abbellita con affreschi dei quali si vedono i resti. Nella navata sinistra vi è  la cappella della Madonna del Rosario con quadro di Simone di Wobrek.

In quella di destra è notevole la cappella di S. Giovanni Nepomuceno fondata nel 1727 dalla nazione tedesca, in essa vi era un pregevole altare in marmo con colonne  e la statua eponima, anch’essa di marmo, e alle pareti affreschi con “Episodi della vita del Santo boemo”, nella  cappella retrostante sono stati rinvenuti affreschi cinquecenteschi.

Nello stesso lato l’altare dedicato ai Ss. Cosma e Damiano con un quadro caravaggesco. Nella chiesa è esposto oggi un altro simulacro marmoreo di S. Giovanni Nepomuceno (già alla Gancia) proveniente però dal monumento posto dinanzi al Castello a Mare. Oggi la chiesa è utilizzata per attività culturali e conferenze.

Alcune opere d’arte, dopo i recenti restauri,  sono ritornate nella chiesa (Madonna del Rosario e Ss. Cosma e Damiano) dal Museo Diocesano dove erano state custodite; l’altare con colonne e bassorilievi in marmo e la statua di S. Giovanni Nepomuceno vennero trasferite dopo il 1870 nella chiesa del S. Sepolcro di Bagheria dove attualmente si trovano nella navata di destra.

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