E NOVERAR LE STELLE AD UNA AD UNA…*

(Gabriella Maggio)

I poeti  fantasticano guardando il cielo stellato e nello stesso tempo gli astronomi in un’altra parte della Terra applicano a quelle stesse stelle, guardate con lo stesso amore, criteri scientifici che ne rivelano la distanza e le caratteristiche. Astronomi e poeti hanno in comune la curiosità per la natura umana, per le origini dell’universo o multiverso che abitano. Mentre i poeti esprimono i loro sentimenti con splendide immagini e armoniosi ritmi, gli scienziati traducono le qualità degli astri in quantità misurabili, distanze in anni luce, superfici rocciose, acqua libera, atmosfera respirabile. Noi terrestri continuiamo ad essere pietra di paragone, l’antica misura di ogni cosa, secondo il pensiero di Protagora di Abdera. Ma al di là delle cifre c’è sempre nell’astronomo lo stesso entusiasmo del poeta che come lui cerca un riscontro al proprio sentire, un essere intelligente col quale stabilire un dialogo non con le proprie parole, ma con le note di Bach o col teorema di Pitagora o anche la teoria della relatività di Einstein. Nelle sonde spaziali, infatti, oltre agli strumenti scientifici di solito vengono inseriti testi significativi della nostra umanità più alta. Gli spazi siderali fanno sentire più forte la solitudine e la forza imperiosa della condivisione, ma anche l’orgoglio dei risultati conseguiti. In questi giorni la NASA ha comunicato la scoperta di sette pianeti allineati in orbita intorno ad una nana rossa, un  sole ( nella foto). La scoperta è lo sviluppo di studi iniziati da un’équipe dell’Università di Liegi, guidata dal prof. Michaël Gillon, che ha chiamato il sole Trappist 1, acronimo di  Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope, un telescopio di 60 centimetri che si trova a La Silla, nell’Osservatorio europeo australe (Eso), situato sulla montagna Cerro La Silla, nel sud del deserto dell’Atacama, in Cile. Ma qualcuno, considerata la nazionalità degli scienziati, ha creduto che avessero battezzato la stella col  nome della più nota birra belga, trappist, che a sua volta prende il nome dai Trappisti, monaci cistercensi del monastero francese di La Trappe. La prima scoperta ha  rivelato solo l’esistenza di tre pianeti, successivamente il telescopio spaziale infrarosso Spitzer della NASA ha scoperto gli altri quattro. “È un sistema planetario incredibile non soltanto perché ospita tanti pianeti ma anche perché tutti sono così sorprendentemente simili alla Terra“, ha commentato Michaël Gillon. Ma questa è soltanto un’ipotesi che si basa su modelli climatici e sulla distanza dei pianeti dalla stella intorno a cui ruotano in sincronia, rivolgendo ad essa sempre la stessa faccia. Con gli strumenti attualmente disponibili, infatti, non è possibile avere immagini della superficie dei pianeti, che distano quaranta anni luce dalla Terra. Si aspetta comunque  con fiducia che la NASA  lanci l’anno venturo il telescopio spaziale Webb. E intanto : In purissimo azzurro/ Veggo dall’alto fiammeggiar le stelle**.

*G. Leopardi Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

**G.Leopardi La ginestra

 

 

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