II GIOCO DEL BINGO

(Carla Amirante)

 

  Le origini del gioco del Bingo risalgono al lontano 1530, quando in Italia fu istituita la prima lotteria della storia denominata Lo Giuoco del Lotto d’Italia. Verso la fine del ‘700 dal nostro paese il gioco arrivò in Francia, prendendo il nome di Le Lotto, poi nel XIX  secolo passò in Germania, dove fu usato per l’insegnamento delle tabelline nelle scuole. Anche in America, nella Georgia, si praticava una variante del Lotto con l’appellativo di Beano, dal termine anglosassone bean-fagiolo, in quanto i giocatori usavano i fagioli secchi per coprire i numeri estratti sulle cartelle. Ma il nome Bingo apparve solo nel 1929 quando Edwin Lowe, un venditore americano di giocattoli della città di New York, prese parte al gioco e, trovandosi a vincere una partita, gridò ad alta voce “Bingo” per errore; il termine piacque molto e da quel momento tutte le vincite successive vennero proclamate con quel nuovo nome. Gli americani presto si appassionarono a questo gioco, semplice da giocare e dalle dinamiche veloci, che si adattava bene ai tempi moderni fatti di lungo lavoro e poche pause.

La struttura del Bingo è rimasta quasi invariata nel tempo, con pochi aggiustamentI, ma già dalle prime versioni c’era una persona preposta all’estrazione dei numeri, al controllo del gioco e delle vincite realizzate dai giocatori. Il Bingo in alcune nazioni è stato anche usato dallo Stato per finanziare opere importanti, la Grande Muraglia Cinese che, secondo un’antica leggenda fu costruita con gli introiti del gioco del Keno, molto simile al Bingo e alla Tombola in Italia, ma con la differenza che i giocatori potevano acquistare una sola cartella e i numeri venivano estratti da una sacca di pelle. Tra gli anni cinquanta-settanta del XX sec. a causa della diffusione della televisione nelle case private, i gestori delle sale cinematografiche furono costretti a bilanciare la perdita di spettatori con l’introduzione del gioco del Bingo nei giorni in cui non venivano proiettati i films. Per la  capacità di aggregazione sociale del gioco, il successo fu enorme e i locali destinati al cinema presto si trasformarono in sale destinate esclusivamente al gioco del Bingo, conquistando un enorme fetta di pubblico, soprattutto tra quello giovanile, grazie anche alle campagne pubblicitarie che ne svecchiarono l’immagine, discostandolo dalla classica tombola. In America si venne così a creare la tradizione di giocare al Bingo nei locali pubblici, nelle sale da gioco ma anche nelle chiese e nelle istituzioni a scopo benefico, che destinavano una percentuale del guadagno in beneficienza. Fino a non molto tempo addietro le persone amavano recarsi nelle sale da gioco che erano belle, curate e dove, oltre alle classiche partite di Bingo, ci si poteva divertire con forme di gioco e servizi diversi offerti con lo scopo di trattenere i giocatori il più a lungo possibile.

In Italia nel 1999, dopo il gioco della Tombola e quello del Lotto, arrivò la versione americana del Bingo che fu introdotta dal Governo del momento e che riscosse da subito grande successo facendo aprire molte sale da gioco anche se tra polemiche, inchieste giornalistiche e parlamentari essendo un gioco d’azzardo con un grosso giro di denaro. Infatti, in Italia, nel 2006, dallo Stato sono stati incassati circa 1,8 miliardi di euro e perciò il gioco si svolge esclusivamente in sale autorizzate dallo Stato ed è vietato ai minorenni. Le sale Bingo, sempre in Italia, dopo una iniziale e sproporzionata offerta di concessioni, circa 800 locali da parte dell’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), sono calate nel 2015 a 208, coinvolgendo oltre 1 milione di persone, metà delle quali frequentano le Sale Bingo in maniera sistematica. Le regole del gioco derivano da quelle del Lotto e della Tombola; le cartelle sono stampate con tre file di cinque numeri, ciascuna per un totale di quindici numeri; la distribuzione dei numeri sulla cartella garantisce cinque numeri per fila ed almeno un numero per ogni colonna. L’estrazione dei numeri viene effettuata con delle macchine elettropneumatiche ad estrazione automatica all’interno delle quali vi sono 90 palline (negli USA il gioco è con 75 numeri), numerate da 1 a 90 e continuamente rimescolate. Le palline devono rispondere a precise regole: i numeri stampati in modo da ricoprire tutta la superficie della pallina; il colore di fondo bianco con i numeri stampati in nero, blu, verde o rosso; il diametro di 38,5 mm, il peso di 2,5 grammi; realizzate in nitrato di cellulosa, come le palline per il ping-pong. Il limite massimo di partite del bingo da effettuare con lo stesso set di 90 palline è 5.000 partite, raggiunta tale soglia, il set  va sostituito. Ogni set di palline ha un codice o numero di serie con il nome della ditta fornitrice. Ad ogni cambio di set di palline il numero di serie va obbligatoriamente comunicato all’AAMS, che così può verificare che non si superino le 5.000 partite, che queste siano conservate e tenute a disposizione degli Enti di Controllo che potranno verificare in ogni momento se sia stata rispettata la normativa. Il giocatore che per primo annulla tutti i quindici numeri presenti sulla sua cartella si aggiudica il premio “Bingo”, mentre chi per primo annulla i cinque numeri presenti su una delle tre file della sua cartella si aggiudica il premio “Cinquina”. Altre varianti di questo gioco sono il Bingo One, l’One Extra, il Super Bingo, che può raggiungere cifre notevoli, e poi ancora i Bingo: Oro, Argento, Bronzo ed Happy introdotto nell’estate del 2014. Ultimamente, stando a  casa insieme ad amici o familiari, si può giocare al Bingo anche in versione telematica nei casinò on line con regole di gioco molto semplici, date all’inizio, e a un costo basso, aspetto particolarmente gradito in tempo di crisi, come è oggi. Questa nuova forma del Bingo ha fatto chiudere molte sale da gioco per mancanza di clienti.

 

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