INCRESCIOSA MUTAZIONE DI UN SIMBOLO

(Pino Morcesi)

La svastica, rappresentata  da una croce uncinata,  ha in origine un significato positivo e benefico e si ritrova presso tutti i popoli più antichi tanto da essere considerata dagli studiosi come coincidente con la storia stessa  dell’uomo.  Dal sanscrito  svastika , composto dal prefisso sv che significa bene  da asti, forma del presente  del verbo essere e dal suffisso diminuitivo  ka , significa “piccola cosa che porta bene”, un portafortuna. È un simbolo antichissimo presente sin dal Paleolitico, studiato nell’800 da  Sir Alexander Cunningham, considerato uno dei fondatori dell’archeologia indiana, che , basandosi sull’etimologia, lo codificò come un simbolo benefico. Nel  1874 l’archeologo Heinrich Schliemann rinvenne  numerosi reperti con il segno della svastica proprio nel sito di Troia. Tale scoperta destò notevole clamore, perché in quegli stessi anni si stava diffondendo, fra archeologi e linguisti, l’ipotesi di un’origine comune dei popoli indoeuropei, all’epoca spesso chiamati ariani ,dal sanscrito arya nobile.  La svastica è stata  molto diffusa anche  tra i Greci e i Romani, che la chiamavano gammadion, crux gammata, per la sua forma che richiama la lettera maiuscola gamma Γ dell’alfabeto greco. Molte svastiche sono presenti come elementi decorativi e simboli di buon augurio nei mosaici e nei dipinti murali della Villa del Casale di Piazza Armerina in Sicilia. La  diffusione del Cristianesimo, col suo predominante simbolo della croce, relega il gammadion, a semplice motivo ornamentale, o anche funerario,  in quanto interpretato  non più come simbolo  solare  originario,  ma assimilato alla croce. Continua comunque  a essere usato per lungo tempo, in chiese non solo paleocristiane, ma anche romaniche e gotiche. A Milano, nella navata di sinistra della basilica di S. Ambrogio, c’è un sarcofago in marmo, eseguito intorno al 385 d.C., con scene di Cristo fra gli apostoli, che riporta sopra i bassorilievi un fregio ornato con rosette alternate a svastiche. La mutazione da simbolo benefico a emblema del male e della violenza comincia ad opera di un occultista  ex monaco cistercense, Adolf Lanz von Liebenfels, fondatore della confraternita estremista di destra Ostara, che elabora e diffonde teorie antisemite. Successivamente Hitler se ne appropria, sconvolgendo definitivamente e senza possibilità di ritorno e risemantizzazione  il significato del simbolo.

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy