CIOCCOLATA CHE PASSIONE

(Daniela Crispo)

 

Juan Caramuel y Lonkowitz  di nobile famiglia , monaco cistercense studiò nelle Università di Alcalà e Salamanca , conseguì  il  dottorato  in teologia a Lovanio e nel 1673 divenne vescovo di Vigevano. Dai documenti contabili della diocesi si evince che spese una fortuna per l’acquisto di cacao. A quell’epoca  c’era una vera e propria infatuazione per il “ cioccolatte” anche presso i religiosi tra i quali infuriavano dispute tra chi  ne  disapprovava l’uso  perché lo riteneva peccaminoso  e chi l’ approvava per ragioni mediche e  anche per il suo carattere ispano-cattolico. Per poterlo consumare anche durante la Quaresima si discusse se si doveva considerare una bevanda o un alimento, naturalmente si deliberò che era una bevanda. Ma Caramuel non fu soltanto un goloso di cioccolata, fu  anche un pensatore, un giurista, un astronomo e un matematico, autore di “Mathesis biceps vetus et nova” una grande, per quei tempi, enciclopedia matematica. Viaggiò per l’Europa e fu in corrispondenza epistolare con molti dotti del tempo. In particolare con Cartesio col quale condivideva la passione per la cioccolata. Pare che il filosofo francese ne bevesse dodici tazze al giorno.

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