IL COLTELLINO MULTIUSO È UN’ARMA

(Ciro Cardinale*)

Il coltellino svizzero, quello col manico rosso e dentro imbottito di tante “sorprese”, lame, forbicine, raspette, apribottiglie, cavatappi, ecc. è un’arma e come tale bisogna seguire alcune regole per il suo uso. Per tanti si tratta di un oggetto del tutto comune, innocuo, che in tanti portano con sé per ogni evenienza, nella borsa o nel marsupio, appeso alla cintura o come portachiavi, nel cruscotto dell’auto o in valigia… pronto all’uso per qualunque necessità dovesse capitare; ma molti non sanno che si tratta di un’arma e come tale occorre usarlo con le dovute cautele e nel rispetto dell’apposita normativa che regola il trasporto e l’utilizzo delle armi da parte dei privati. Può capitare, infatti, mentre ci si trova in auto di essere fermati dalla polizia stradale per un normale controllo e poi vedersi denunciati per porto abusivo di armi perché gli agenti hanno trovato nel cruscotto della nostra vettura il coltellino che pensavamo del tutto innocuo, trasformando così un gesto che per molti è del tutto normale in un comportamento illecito, punito severamente dalla legge. Ed allora capiamo meglio cosa fare. Il coltellino svizzero, come del resto il temperino, è un’arma, per la quale la legge impone particolari regole per l’uso ed il trasporto fuori dall’abitazione, per evitare che il loro uso improprio possa ferire o uccidere il prossimo, anche in modo involontario. Per la legge sono “armi”, oltre a pistole, fucili, carabine, ecc., tutti gli strumenti da punta e da taglio destinati naturalmente ad offendere, come i pugnali, gli stiletti ed altro. Non sono, invece, armi quegli strumenti da punta e da taglio che hanno una specifica e diversa destinazione, come cacciaviti, forbici da cucito, cesoie per uso agricolo, ecc. Queste però possono diventare “armi improprie” se usate per altro scopo diverso da quello loro proprio. E così, se tutti noi siamo sicuri che non è possibile possedere e portare fuori casa le “armi proprie”, come un pugnale, non a tutti è chiaro che alcuni oggetti di uso comune possono trasformarsi in “armi proprie”, che non possono portarsi fuori da casa, se non in determinate circostanze. E questo è proprio il caso del coltellino svizzero o delle cesoie per potare o della falce o del cacciavite, che possono essere portati con noi fuori casa solo quando ciò sia giustificato da particolari esigenze, come nel caso del contadino che sta andando nel suo campo portandosi dietro un’affilata falce o dell’elettricista che sta andando a lavoro col suo set di cacciaviti. E nel caso del coltellino svizzero o del temperino il suo uso fuori casa potrebbe essere giustificato solo se sono un escursionista che sta andando in montagna per una gita e solo in questo caso specifico o simile si può giustificare portare fuori casa il coltellino. Però stiamo attenti. Non basta dire alla polizia che ci ferma e ci chiede giustificazioni del coltellino che ha trovato in auto, “porto il coltellino multiuso perché potrebbe servirmi, non si mai…”, ma occorre dire e dimostrare con fatti concreti: “porto il coltellino multiuso perché devo andare a fare un’escursione e mi servirà di sicuro”. Questa risposta dovrà sempre essere accompagnata da circostanze tali che la giustifichino, come avere indossare i panni dell’escursionista, avere con noi uno zaino con i panini e la bottiglia con l’acqua, ecc. Ecco, adesso sappiamo che se siamo abituati a tenere un coltellino svizzero multiuso in macchina o in tasca, magari per stappare una birra quando viene l’occasione o stringere meglio una vitina degli occhiali che si è allentata, dobbiamo sapere che stiamo rischiando grosso, violando la legge che regola l’uso ed il trasporto delle armi.

*L.C. Cefalù

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