ROSA RISO D’AMOR, DEL CIEL FATTURA
Daniela Crispo
Rosa damascena
I reperti fossili delle rose risalgono a trentacinque milioni di anni fa. Ma l’ origine delle rose è probabilmente ancora più antica tra i 60 ed i 70 milioni di anni e si colloca nell’Asia centrale. Nel bacino del Mediterraneo gli Egizi coltivavano rose già nel XIV sec. a. C. come rivelano i dipinti della tomba di Thutmose IV .Tutti i popoli antichi del Mediterraneo hanno apprezzato le rose e le loro numerose varietà, createsi con gli scambi tra Oriente ed Occidente e in questi molto importante è stata l’impresa di Alessandro Magno. Teofrasto nel IV sec compila la prima catalogazione delle rose fino a quel tempo conosciute. Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis historia” descrive una rosa con cento petali. Con alterne vicende la coltivazione e l’apprezzamento delle rose come motivo ornamentale giunge al medioevo. Nei conventi soprattutto benedettini si coltivano rose anche a scopo medicinale. I Crociati raccontano di straordinari roseti mediorientali. Nella liturgia cristiana Maria è chiamata “Rosa” , come il fiore più bello e Dante immagina il Paradiso come una “candida rosa”. L’interesse per la coltivazione e l’ibridazione delle rose continua nel tempo . Famoso in tutta Europa è stato il roseto, formato da circa 250 specie, da Giuseppina Beauharnais alla Malmaison. L’uso delle rose in cucina è pure antico nella tradizione orientale dove i petali sono utilizzati nelle conserve e nella decorazione dei cibi. Oggi i petali di rosa sono presenti in numerose ricette dei più affermati chef italiani ed internazionali. Dalle confetture per accompagnare i formaggi, ai gelati, alle insalate che guarniscono salmone e gamberi crudi, alla polpa di aragosta. Non è da trascurare il sale alla rosa da usare sul pesce e le carni alla griglia. Interminabile il catalogo poetico che inneggia alla rosa, regina dei fiori. Uno delle più celebri elogi della rosa è quella del poeta secentesco G.B. Marino nell’ ”Adone” :
Rosa, riso d’Amor, del Ciel fattura
Rosa del sangue mio fatta vermiglia,
pregio del mondo e fregio di natura,
della Terra e del Sol vergine figlia,
d’ogni ninfa e pastor delizia e cura,
onor dell’onorifera famiglia;
tu tien d’ogni beltà le palme prime
sopra il vulgo de’ fior donna sublime.