I CINQUANT’ANNI DEL DAMS

Daniela Crispo

L’idea di un concerto di tutte le arti non verbali è stato sotteso alla fondazione del Dams a Bologna, che oggi  compie cinquant’anni. Il fondatore Benedetto Marzullo, grecista insigne, in pochi mesi fece approvare dal ministero insegnamenti che non avevano cittadinanza sino ad allora nelle università. Insieme a lui molti nomi noti della cultura italiana come Luciano Anceschi, Ezio Raimondi, Furio Colombo e  Umberto Eco. I docenti  furono chiamati tra chi aveva  dato prova di sé nell’arte, nel teatro, nella musica. Umberto Eco, che dette vita all’ indirizzo di Comunicazione, ebbe la cattedra di Semiotica, la prima al mondo. Giampiero Cane ricoprì  la prima cattedra europea di jazz. Il problema che il Dams dovette affrontare fu però quello dell’obiettivo formativo, degli sbocchi professionali e dei giovani ai quali si rivolgeva. L’iniziale progetto di sperimentazione con un numero ridotto di studenti venne travolto dal grande numero di iscritti. Secondo gli stessi docenti  gli studenti del Dams   erano o troppo stupidi o troppo intelligenti  per studiare altrove. Oggi il Dams è un corso di laurea  triennale  a numero chiuso, 600 studenti, che tenta di realizzare un maggiore collegamento col mondo del lavoro.

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