PAROLE DI DANTE

I nomi dei diavoli

Gabriella Maggio

Alichino  e gli altri diavoli -Illustrazione di Gustavo Doré

Tra’ ti avante, Alichino, e Calcabrina,

cominciò elli a dire, e tu, Cagnazzo;

e Barbariccia guidi la decina.

Libicocco vegn’oltre e Draghignazzo,

Ciriatto sannuto e Graffiacane

e Farfarello e Rubicante pazzo.

(Inferno XXI,118- 123)

Il canto XXI tratta dei barattieri immersi nella pece bollente, sorvegliati dai  Malebranche ,  diavoli armati di uncini , capeggiati da Malacoda. Questi  offre  a Dante e Virgilio una scorta di dieci diavoli per aiutarli a superare il ponte crollato; per formare la decina Malacoda chiama per nome i compagni. Sono  nomi  coloratissimi  adatti ai diavoli, mostri di second’ordine,  dalla parlata furbesca e dal gesto forsennato. In questi versi Dante scrive un vero e proprio pezzo  di bravura . Gli antichi commentatori  hanno cercato di cogliere il valore morale dei nomi , per esempio l’Anonimo  fa derivare Alichino dal verbo latino allicere ,  allettare,  perché i barattieri sempre con parole et con operazione, allettono, attraggono ogni uomo da cui possono trarre. I moderni hanno continuato a discutere. Secondo Francesco Torraca  Dante si è ispirato ai cognomi e ai soprannomi  del suo tempo. Per Natalino Sapegno invece  hanno soltanto un valore caricaturale.  I nomi di Alichino e Farfarello appartengono sicuramente alla  tradizione demonologica.  Il primo risale al francese antico Hallequin, dal germanico Hölle König , re dell’Inferno, latinizzato in Allequinus. È un diavolo  giocoso e pare che sia l’antenato di Arlecchino il cui nome è la italianizzazione del bergamasco Arlechì(n) che unisce  lo zanni bergamasco, tradizionale personaggio della Commedia dell’arte, con personaggi diabolici di matrice germanica, mediati dalla tradizione medievale francese. Farfarello, dalla radice araba farfar, fanfarone,  è in Toscana  il nome comune di un folletto maligno. Questi nomi descrivono post eventum il carattere di ciascun diavolo, secondo il procedimento medievale : nomina sunt consequentia rerum ( i nomi derivano dalle cose cui sono riferiti) usato anche nel mondo dei giullari. Secondo questa interpretazione di Michelangelo Picone i  Malebranche  hanno ciascuno un nomignolo che ne sintetizza le caratteristiche e possono essere ricondotti a un’origine  letteraria giullaresca.  Per esempio Scarmiglione  da Jean  Charmillon, nominato nel 1296 da Filippo il Bello  re dei giullari  della città di Troyes.

 

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