COSA POSSIAMO FARE PER NON LASCIARE A QUALCUNO LA NOSTRA EREDITÀ?

Ciro Cardinale*

Il nostro sistema di successione ereditaria si basa ancora sul principio che la ricchezza rimanga all’interno della famiglia ed infatti la legge impone di lasciare una quota del proprio patrimonio (la legittima) ai familiari più stretti, cioè il coniuge, i discendenti (figli e nipoti) ed in loro mancanza gli ascendenti (genitori e nonni), mentre solo una parte residua può essere lasciata a chi si vuole (la disponibile). Ciò è possibile però solo se il defunto abbia fatto mentre era in vita testamento, perché se questo manca è la legge stessa, cioè il codice civile, a decidere come ed a chi debba essere lasciato il patrimonio. Ma esiste comunque un modo per non lasciare l’eredità ai parenti, nonostante quello che stabilisce la legge? È difficile, ma non impossibile. Vedremo più avanti come. I parenti più prossimi del defunto (i legittimari, cioè il coniuge, i figli ed i nipoti ed in loro assenza i genitori ed i nonni) hanno diritto per legge sempre e comunque alla quota di eredità del defunto fissata dal codice civile, a prescindere da ciò che il defunto abbia stabilito. Si tratta infatti di una successione necessaria, per cui in caso di mancato rispetto delle quote di legittima a loro spettanti i legittimari possono fare causa agli altri eredi con l’azione di riduzione e tutelare così il loro diritto di ottenere la loro parte di patrimonio. Ma se i legittimari non agiscono entro 10 anni dalla morte, il loro diritto si prescrive e la decisione del defunto diventa immodificabile. Assicurata in questo modo dalla legge la quota agli eredi legittimari, della restante parte residua del patrimonio si può fare ciò che si vuole. Ma qual è la parte di eredità libera, cioè la disponibile, della quale possiamo fare ciò che vogliamo? Lo stabilisce sempre la legge. Se rimane in vita solo il coniuge o solo un figlio unico, la disponibile è la metà del patrimonio del defunto; se c’è il coniuge più un solo figlio o solo i figli, la disponibile è di un terzo; se c’è il coniuge e due o più figli o solo il coniuge più gli ascendenti (genitori e nonni), la disponibile è di un quarto; se ci sono solo gli ascendenti, la disponibile è di due terzi. Quindi, come già detto, non è mai possibile escludere alcuni parenti (i legittimari) dall’eredità; tutti gli altri invece sì. Però uno dei modi per non lasciare comunque l’eredità a qualcuno, soprattutto se è un legittimario, è la dichiarazione di sua indegnità. È indegno di succedere chi si macchia di un comportamento riprovevole nei confronti del defunto. È sempre la legge che stabilisce quali sono le cause di indegnità che impediscono di diventare erede. Tra le più importanti ricordiamo: uccidere o tentare di uccidere il defunto o il coniuge, un discendente o un ascendente; denunciare una di queste persone per un reato punibile con l’ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denunzia è stata dichiarata calunniosa in un giudizio penale; indurre con dolo o violenza il defunto a fare, revocare o modificare il testamento; sopprimere o nascondere o alterare il testamento; formare un testamento falso… In questi casi (e solo in questi casi) potete diseredare il parente, anche se legittimario, che non beccherà nulla alla vostra morte. Un altro modo per non lasciare l’eredità ai vostri parenti (tranne sempre i legittimari) è quello di donare in vita tutto il vostro patrimonio o parte di esso a chi volete. Le donazioni però possono essere sempre revocate dal donante o impugnate con l’azione di riduzione dai legittimari in caso di lesione delle quote loro spettanti per legge, da esercitare entro dieci anni dall’apertura della successione o entro vent’anni dalla donazione. In alternativa è possibile ricorrere pure alla vendita di una parte o di tutto il vostro patrimonio, operazione certamente più sicura della donazione perché, mentre la donazione è revocabile ed esposta all’azione giudiziaria da parte dei parenti lesi nella loro quota di legittima, ciò non può accadere per la vendita, perché il bene esce definitivamente e per sempre dal patrimonio del venditore. Spesso però si tratta di vendite simulate, dove apparentemente il bene è venduto, ma in realtà non è mai uscito dal patrimonio del venditore, oppure il bene è sì venduto, ma ad un prezzo irrisorio. In questi casi gli eredi lesi nei loro diritti possono sempre agire in giudizio, provare che la vendita era simulata solo per ledere i loro diritti e fare annullare l’atto. Ma la prova della simulazione non è sempre facile, per cui la vendita dei vostri beni, reale o simulata che sia, è certamente più efficace della donazione se proprio volete evitare che tutto o parte del vostro patrimonio vada a finire in mani sbagliate dopo la vostra morte.

  • C. Cefalù

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