IL TUMORE DELLA PROSTATA

Dott.ssa  Dina La Paglia*

Secondo i dati raccolti dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), in Italia il tumore della prostata è il più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta il 18,5 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo. Per l’anno 2020 si parla di 36.074 nuovi casi l’anno in Italia. Tuttavia, nonostante l’incidenza elevata, il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo. Infatti nel 2020, rispetto al 2015, è stata riscontrata una riduzione dei tassi di mortalità del (-15,6 per cento).

Questa riduzione è sicuramente dovuta all’aumento della diagnosi precoce, che ci permette di individuare la malattia in stadi inziali, e al miglioramento delle terapie esistenti, che hanno consentito un migliore trattamento della malattia con risultati confortanti anche negli stadi più avanzati.Se trattato correttamente infatti, in moltissimi casi, il tumore prostatico può essere curato. In questo, la PREVENZIONE e la DIAGNOSI PRECOCE  della malattia giocano un ruolo fondamentale. In realtà, Non esiste una prevenzione primaria specifica per il tumore della prostata, ma è consigliabile avere uno stile di vita sano e mantenere un peso corporeo nella norma. Oltre all’alimentazione, come per  maggior parte degli altri tumori, evitare il fumo, l’alcool, lo stile di vita sedentario sono fattori che possono aiutare ad evitare l’insorgere della patologia. È stato dimostrato che modificare le abitudini scorrette produce benefici significativi anche in età avanzata: non è mai troppo tardi per scegliere uno stile di vita sano ed equilibrato!!!  Anche la componente genetica ha un ruolo importante: il tumore della prostata ha infatti una componente familiare legata all’ereditarietà.  I geni coinvolti possono presentare mutazioni che possono predisporre a tumori in età più giovanile e a biologia più aggressiva. Le  mutazioni per le quali, ad esempio, Angelina Jolie si è sottoposta al tanto discusso intervento preventivo per rimuovere il seno e le ovaie, le stesse che nel sesso maschile danno una predisposizione a sviluppare un tumore della prostata.
La correlazione tra queste mutazioni genetiche con il tumore della prostata non è ancora così marcata da giustificare interventi di prostatectomia preventiva, ma lo è abbastanza per iniziare a fare screening e check up precoce dei soggetti interessati già a 40 anni.

 

 

La diagnosi precoce permette migliori tassi guarigione, quindi l’attività di prevenzione risulta determinante: già a partire dai 40 anni è consigliato fare un primo step eseguendo ad  esempio un PSA e una visita urologica.

Inoltre, in caso della comparsa di  disturbi della minzione come minzione difficile (disuria) e frequente (pollachiuria), dolore, sanguinamento, senso di peso ritenzione acuta di urine , è sempre bene rivolgersi allo specialista per capire cosa fare.

*L.C. Palermo dei Vespri

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