DAL GIAPPONE ALLA CALABRIA E VICEVERSA

Maria Teresa Armentano

Un manifesto di colore giallo tenue in giapponese moderno e in lingua italiana con il logo dell’Istituto italiano di Cultura e dell’Associazione internazionale dei Poeti in alto, mentre in basso l l’immagine adombrata  del volto del grande poeta  italiano e di origine calabrese Dante Maffia ed accanto un  suo haiku che esalta la bellezza della citta di Kyoto. In questa straordinaria città dai Giardini Incantati  dal Gennaio 2023 si terrà il Premio intitolato a Dante Maffia. Nel 2017 Dante Maffia fu invitato in Giappone al Festival Internazionale di Poesia di KIOTO e in quell’occasione dopo aver parlato dei più grandi scrittori giapponesi promise che avrebbe scritto diecimila haiku , la forma di poesia giapponese  in tre versi. In realtà la prodigiosa fatica poetica in un anno ha raggiunto i 13.000 mila haiku tradotti e  raccolti in ventidue volumi con il testo a fronte. I giapponesi hanno saputo realizzare,  dando ufficialità  all’opera del poeta con il premio istituito a suo nome,  un ‘opera di riconoscimento del suo genio poetico   che l’Italia e la Calabria, sua terra natale, hanno tralasciato dimenticando che la rinascita di una terra nasce dai simboli e  che in  terra di Calabria,  insieme con tanti vividi intelletti, brilla la luce del poeta Dante Maffia. Conoscevo poco  la letteratura giapponese, l’ultimo premio Nobel Ishiguro ma  ho imparato ad amarla leggendo le recensioni di Dante Maffia sui romanzi di  Kawabata, Premio Nobel  e di Murakami e di altri autori. Leggere i suoi haiku ha significato per alcuni aspetti vivere di meraviglia ad ogni lettura,  consegnarmi alla bellezza  di un ‘eccelsa musicalità del verso’. L’eco che si sprigiona dai versi degli haiku non è risonanza verbale ma musica, l’essenza stessa dell’armonia: non c’è mai una nota fuori posto  che non si accompagni all’altra ,  mai  un suono che  non trovi  nello spartito  il posto assegnato sul rigo, ogni volta il verso  racchiude in se la bellezza della perfezione così difficile negli haiku non ripetersi e racchiudere in pochi versi sentimenti ed emozioni. La  parola non è una  nota ripetuta,  risuona come voce sempre nuova , esalta  la compiutezza del senso e libera  mille sensazioni, che  può dare solo un ritmo  inimitabile .. Si sprigiona dai versi  di questi suoi haiku una tale consonanza  di suoni da percepire un che di divino nei suoi versi, da    rasentare l’  assoluta perfezione. Di certo gli haiku, visti dagli occhi di un lettore occidentale, appaiono come brevi componimenti che seguono una tecnica ben precisa e che si concludono in un’immagine singola, dominante   proprio per la sua concisione. Scrive Dante Maffia in una sorta di premessa, quasi un’iniziazione come se volesse avvicinare il lettore ignaro alla Conoscenza di un universo poetico sfuggente per le sue infinite variazioni, che è stato facile per lui dedicarsi agli haiku come se gli antichi spiriti della poesia giapponese si fossero insediati nel suo cuore e nei suoi occhi e gli avessero dettato l’essenza dei versi, quel sottile profumo che sa dare perfezione al ritmo e alle immagini. Non è difficile crederlo data la straordinaria varietà dei temi trattati che vanno dai più inimmaginabili dedicati alle rane, alle cicale e più sorprendenti alla natura, al sole, alla luna, alla bellezza e al fascino di una città come Kioto e ancora a temi universali come l’amore declinato in tutte le sue forme e sfumature. E siccome Dante Maffia è unico anche quando si dedica agli haiku, è riuscito a sovvertire il metodo che rendeva questo genere di poesia talvolta troppo quieto e immobile come l’acqua di uno stagno e l’ha vivificato creando haiku che, attraverso parole che si richiamano, diventano una tessitura sottile di fili che  conducono alla stessa  illuminazione , alla sorgente perenne della sua  ispirazione.  Questi haiku concatenati in una visione che guida lo sguardo in tante direzioni e in un unico senso è l’autentica invenzione creativa di Dante Maffia. Il raccordo tra un haiku e l’altro, che nella poesia conosciuta in Occidente si chiamerebbe enjambement, nel poeta è molto più dell’artificio retorico perché in questi versi il suono e il ritmo generano una fluidità misteriosa che lega i versi, pur presentandoli nella separazione voluta dall’ordine tecnico imposto da questo genere poetico.Il poeta scrive versi come perle concatenate dal loro stesso luccichio, che avrebbero senso anche isolate ma che rilucono di una luce abbagliante, incastonate come in una collana, in cui l’una dona e riceve nello stesso tempo luce dall’altra.

Io scrivo haiku

da quando Basho disse

che sono lampi.

2

Posso affermarlo,

il mio cuore contiene

haiku infiniti,

3

Lampi che hanno

un’anima e una voce

di melodie.

4

Son sempre pronti

con parole ammalianti

a darmi retta.

5

Perfino quando

mi sono allontanato

dalla misura,

6

dai temi antichi

facendone  racconti

e  cantilene,

7

concatenando

un haiku al seguente,

un fischio all’altro.

Il poeta confessa a se stesso e al lettore il senso dello scrivere haiku per lui  e li definisce lampi di una particolare armonia, quella creata dal ritmo e dal suono nati dalla sua invenzione. Qualsiasi haiku si scelga tra gli innumerevoli scritti da Dante Maffia si ritrova qualcosa d’antico e di nuovo, la melodia dei versi e il ritmo rispettati si coniuga col racconto che Maffia fa di se stesso e delle cose in cui vive la sua anima di poeta: siano ciliegie a Roseto o girasoli, siano le stagioni o i suoi sogni, tutta la sua vita e la sua substantia di uomo- poeta rivivono negli haiku. Si potrebbe definire un lungo racconto della sua esistenza che si smarrisce e si ritrova ogni volta nella creazione dei versi di un haiku. Diventa tutt’uno Dante Maffia  con i suoi haiku, non più distinguibile il sogno dalla realtà e ogni haiku uno scrigno che svela  la bellezza e la profondità della sua  anima in un rincorrersi di  immagini che non danno tregua  e non lasciano respirare il lettore . E’ davvero un autentico interprete della  realtà magica del Giappone come terra di incanti e meraviglie   che ha saputo unire nel suo cuore alla  soavità dei suoni della lingua italiana, senza mai tradire se stesso e la sua anima perché il potente motore di questo suo inesauribile esperienza di scrittura è l’amore  in cui tutto si cela e si rivela :la donna,  la natura,  l’infanzia, la morte  e infine  la scoperta di un altro se stesso in cui alberga lo spirito del Giappone . Qualsiasi lettura, anche approfondita,  degli haiku lascerà un senso di incompiuto e di irrisolto  come quando qualche nota musicale si perde  nonostante l’affannarsi a rincorrerla   perché l’orecchio non riesce a coglierle tutte. Solo il  poeta ha colto tutte le tonalità del canto-narrazione  che il Giappone gli ha suggerito trasferendole nei suoi haiku , al lettore non resta che leggerli e goderli sedotto  dal coinvolgimento  in quell’atmosfera magica.

 

 

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