COLLEZIONISTI, DEVOTI E MERCANTI

Testo e foto di Andrea di Napoli

Una dottrina medioevale ritenuta eretica incoraggiava i suoi adepti a praticare l’iconoclastia e a rifiutare la diffusione delle immagini sacre distruggendo materialmente le opere d’Arte dal tema religioso. Oggigiorno alcune confessioni Cristiane ancora non le ammettono. Invece, con il termine iconofilia si definisce la difesa e la passione per la rappresentazione delle figure dei Santi o degli episodi raccontati nel Vangelo, come pure la raccolta di immaginette e materiale liturgico da parte  di studiosi e collezionisti. Gli esemplari più antichi sono addirittura incisioni o pagine staccate dai breviari settecenteschi, altri, chiamate canivet, risalgono all’epoca in cui il supporto cartaceo veniva intagliato o al quale veniva applicato del pizzo. Seppiate o policrome le immaginette sono il risultato delle diverse tecniche di stampa che si sono succedute nel tempo. La figura di Cristo e quella della Madonna appaiono sulle immaginette, gli Angeli i santi e i Beati sui Santini, infatti gli esperti invitano a chiamare “Santine” solo le miniature in cui non sono rappresentati Gesù e Maria. Molti devoti conservano anche i biglietti ricordo, gli scapolari e i libricini relativi a particolari momenti della vita religiosa come il battesimo, la Prima Comunione o l’Ordinamento sacerdotale.

Solitamente sul “verso” veniva stampato il testo di una breve preghiera oppure informazioni sulla vita dei santi, consigli edificanti e invocazioni di protezione dalle disgrazie. Nel momento in cui ebbe inizio la produzione tipografica in serie, il valore dei santini diminuì, ma aumentò la loro diffusione. Divenne, pertanto, abbastanza facile ritrovarne all’interno dei portafogli, delle borsette, dei cruscotti delle automobili e, inserite di nascosto da madri apprensive, anche tra le pagine dei libri scolastici. Probabilmente si tratta di una forma di collezionismo come tutte le altre, ma la motivazione che induce ad accumulare le immagini sacre potrebbe anche non avere attinenza solamente con la prospettiva di un ritorno economico, per il valore crescente nel tempo delle “rarità”,  bensì con la ricerca di elementi, estetici, che accrescano  la partecipazione spirituale e l’attenzione verso figure fondamentali della propria Fede. Sull’argomento esistono molti cataloghi, numerosi saggi ed altri eleganti prodotti editoriali ai quali va riconosciuta una valenza socio-culturale e non solo religiosa.

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