LA VITA COME UN RING

Daniela Crispo

Il pugilato è uno sport molto antico. Uomini che combattono con i pugni chiusi sono raffigurati in graffiti preistorici risalenti al III millennio a.C.

Affresco di epoca minoica ad Akrotiri, 1650 a.C

I Greci per primi  iniziarono a proteggersi le mani con una sorta di “guanti” che inizialmente erano formati da semplici strisce di cuoio arrotolate attorno ai polsi e alle nocche, con cui si cercava di evitare danni eccessivi alle proprie mani ed al volto dei contendenti. Omero nel XXIII libro dell’Iliade descrive la gara di pugilato  tra Eurialo ed Epeo durante i giochi funebri in onore di Patroclo. Le strisce di cuoio vennero sostituite da vimini  con borchie di ferro, oppure da cuoio trattato apposta per essere tagliente, erano  i  “caestus ” romani dal verbo caedere, che significa “colpire”. Nel libro V dell’Eneide Virgilio racconta di Entello e Darete che combattono con i caestus nei giochi funebri di Anchise.

Questo genere di lotta è diventato anche metafora di disciplina interiore. S. Ambrogio  nell’Exaemeron esorta  il credente a stare vicino all’avversario  con le mani per evitare che colpisca il volto, a mantenere lo sguardo libero e assalire con decisione.  Nel 1700 per merito degli inglesi  rinasce l’interesse per il pugilato e cominciano a essere fissate le prime tecniche e regolamenti che fanno  diventare questa forma di combattimento uno sport vero e proprio e non solo uno scontro cruento. Ma  continua  l’interpretazione metaforica  del pugilato   nella letteratura e nelle arti. Konstantin  S. Stanislavskij , teorico della recitazione secondo il  metodo che da lui ha preso il nome, diceva che vi è qualcosa che accomuna un boxeur e un attore: il connubio di ferocia e fragilità, di natura e di artificio, di forma e di deformazione.  La dinamica della boxe è tutt’uno con il principio di azione e reazione. E’ questo il comandamento dell’attore che chiede di essere creduto, prima che di essere ammirato. Il principio di azione e reazione salva il pugile dal Knock out, e salva l’attore dalla menzogna. Il ring col suo spazio delimitato, dove si scontrano carne, sudore e sangue,  svela i contrasti nella loro immediatezza. I pugili che lottano esprimono  il corpo a corpo con la vita, mettono  in rilievo le sue tensioni, il suo dramma fatto di forza, agilità , resistenza.

 

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