Storia di due soldati- Terza parte

( Eleonora Salvaggio)

clip_image002

L’uomo gli si avvicinò e gli passò un braccio attorno alla vita, poi raccolse le ultime forze rimaste e lo tirò su. Non voleva essere salvato: sapeva che a causa della sua gamba sarebbero morti tutti e due.-Lasciami subito! Se mi porti con te non riuscirai ad arrivare all’accampamento in tempo, e moriremo entrambi!-Cercò di scrollarselo di dosso, divincolandosi e colpendolo allo stomaco. -Non puoi esserne sicuro!- ansimò l’altro, -Se ci sbrighiamo ce la possiamo fare!- Detto questo lo prese di forza e se lo caricò sulle spalle.

 

I due soldati camminavano sul terreno fangoso da alcuni minuti insieme. Nessuno avrebbe mai detto che fossero nemici. Avanzavano con difficoltà sulle rocce scivolose. -Dobbiamo fermarci.-

-Non possiamo proprio adesso. Stiamo andando bene…- Il cecchino non si mosse. -Non ce la faccio. Scusami.-

Si sedettero a terra e guardarono in alto. Ancora non c’era nessuna traccia degli aerei, anche se sarebbe stato comunque impossibile vederli.

-Non possiamo rimanere qui.- -Quello cos’è?-

Poco lontana da loro c’era una delle tante baracche diroccate.

-Entriamo lì, almeno staremo all’asciutto.-

Perchè morire bagnati quando c’è un riparo?

-Potremo riposarci un po’…-

-Ci facciamo anche una sigaretta…-

-Ci sto.- I due camminavano nel fango, erano sporchi, stanchi, affamati; ma non ci pensavano, non davano conto a queste sciocchezze.

Il silenzio durò poco: le bombe piovvero come acqua dal cielo tutta la notte. Distrussero case, accampamenti, pozzi e automobili. La loro era una ninna nanna terribile dalla quale i soldati si facevano cullare, e insieme potevano fingere che fossero centinaia di tuoni.

-Passami l’acqua, Michele!-

-Ecco, tieni…-

-Hai visto ieri notte? Migliaia, no; miliardi di esplosioni!

-Un’auto è addirittura saltata in aria!-

Si accavallavano decine di voci.

-Cosa…?-

Il cecchino si girò e gli sorrise. Ma perchè stava inginocchiato davanti alla finestra?

-Buongiorno!- Si tirò su con fatica. -Cosa fai lì?- -Mi nascondo. Sono arrivati i soccorsi. Vai e fatti curare!-  Guardò prima l’uomo e poi la gamba. Si diresse verso la porta.

-Un giorno ti ricambierò il favore! Magari ti offrirò qualcosa da bere!-

L’altro ridacchiò. Non sapeva bene il perchè, ma quella promessa lo divertì moltissimo.

-Come no se ho partecipato! Ero molto più giovane, certo, ma ho dato tutto ciò che potevo per la patria.- Uno spicchio di sole apparve fra le nuvole. Il temporale si stava calmando e il vento era quasi del tutto scomparso. L’uomo bevve il suo caffè e sorrise all’altro, pensando ancora ai tempi della guerra e meravigliandosi che anche lui vi avesse preso parte.  -Il conto lo pago io.- -Come? No, non si disturbi…-

-Si figuri, si figuri!- -Grazie, allora. Arrivederci.- e se ne andò.

L’aria fuori era frizzante e fresca, e il marciapiede bagnato faceva quell’odore di pioggia che era tanto abituato a sentire. Si rimise il cappello ben calcato in testa e, zoppicando un po’ come sempre, ritornò anche lui a casa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy