La cinomania urbana

(Carmelo Fucarino)

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Dillo a mamma, Pussi! Chi non ha sentito per strada simili iperboli di donne mature rivolte a minuscoli cagnolini al guinzaglio, che si ritrovano ad avere, inconsapevoli, anche padri e zie e cugini umani. Poi ogni sera dai tanti balconi ove sono relegati e impediti da alti parapetti, disturbano, no, direi angosciano, richiami lamentosi e insistenti, mugolii o irosi latrati per padroni che li hanno abbandonati alla loro diuturna solitudine, loro che sono per loro natura, a differenza dei gatti, animali sociali.

Certo, le varie sigle di protezione animali non hanno tempo per le tragedie e gli stress canini di appartamento, basta solo che dei canidi non se ne dica male. Ed io che sono vissuto in stretto rapporto di immenso affetto e di sincera amicizia (almeno da parte mia), l’unica, con le mie cagne da caccia, la prima Diana crebbe con me fino ai miei diciotto anni, nella sconfinata libertà dei campi di grano, fra la frescura del sottobosco, libere come l’aria, come il volo delle quaglie e delle tortore che inseguivano, io voglio dir male dei loro padroni cittadini.  È semplicemente disumano costringere un animale libero a vivere nel carcere degli appartamenti umani, a subirne abitudini e modi di essere, termosifoni e condizionatori, essere addirittura vestiti come bambini indifesi e a pelle nuda, loro che sono stati protetti dalla natura previgente con un vestito di pelo, adattabile alle stagioni. Ma oltre alla loro vita sventurata, alla tortura di subire la vita innaturale di altri esseri viventi, c’è qualcosa di altro che mi rende orrendamente imbufalito contro la pratica dei cani carcerati nei condomini cittadini.  Non credevo che fosse una questione così universale fino a quando in una aiuola di New York, ove erano stati appena piantati radi e patetici gerani non lessi una supplica.

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Letteralmente, “Poni un freno al tuo cane”, ma clicca in web, ne troverai delle belle

Poi ritrovai l’appello in tutte le aiuole della Big Apple, governata dal ferreo e irremovibile Michael Bloomberg. Il nostro Peter Vallone j., Chair of the Council’s Public Safety Committee, il cui padre di origine prizzese è stato Speaker (Presidente) del Consiglio Comunale, non è stato da meno, se nell’aprile 2009 ha sostenuto una proposta di divieto di pitbull, dobermann, rottweiler e altri cani di peso superiore a 25 kg, che nel nostro paese sono assurti all’onore (?!) della cronaca per avere divorato padroni o padroncini, ma sono stati con vigore assolti, addossando la colpa alla mala educazione impartitagli dai padroni. Con l’assioma, tutti i cani sono buoni per natura! Se così fosse non ci sarebbero mansioni diverse per tipologia di cani. Noi bambini sapevamo cosa fossero i cani di mandria e stavamo alla larga. Di altra portata l’attività del PETA americano, il People for the Ethical Treatment of Animals (no-profit, 1980 per iniziativa di Ingrid Newkirk e Alex Pacheco, ispirati da Liberazione animale di Peter Singer), che lotta contro allevamento intensivo, vivisezione, sperimentazione su animali, allevamento di animali da pelliccia, uso di animali nell’industria del divertimento. In proposito la palermitana L.I.D.A (Lega italiana dei diritti dell’animale, chissà perché in questa sigla non si parla anche dei doveri, dato che ricalca la dichiarazione universale degli umani) che si definisce pomposamente “Associazione di Protezione Ambientale a carattere Nazionale, (fondata nel 1977 e riconosciuta etc. etc. Associazione per la Tutela e la Vigilanza del Patrimonio Faunistico Zootecnico e Ambientale e Membro della Commissione Tecnica Nazionale di protezione degli animali da allevamento e macello”, ha fortemente protestato per la paventata passeggiata di un elefante al seguito di S. Rosalia, omaggio alla comunità Tamil. Sarebbe uno sfregio credere all’illustre organizzatore di eventi che lo dice un omaggio al sindaco «che è un grande appassionato di elefanti e li colleziona». Sarà presente perciò un elefante in effigie, creato per la rappresentazione dell’opera Lakmé di Léo Delibes al Massimo il 22 aprile 2003, con le prime prove internazionali della oggi affermata, la nostra Desirée Rancatore (debutto a Palermo il 1998 con il Rosenkavalier). Penso ai maltrattati e saettati elefanti, macchine di guerra, portati tra le ardue nevi delle Alpi da Annibale per terrorizzare i Romani, o quelli che oggi trasportano in India con la proboscide tronchi immensi sotto la guida di fanciulli, ma è giusto, gli elefanti devono vivere liberi e esenti da fatiche nella loro giungla. Mi chiedevo perché invece i buoi che trainarono qualche anno il carro non fossero stati sostituiti da tori in polistirolo. Certo anche gli asini, oltre ai buoi da tiro, i cavalli e tanti animali sono stati addomesticati dall’uomo per specifiche funzioni. Scomparso l’utilizzo, rischiano l’estinzione. Anche i cocchieri del Central Park di New York hanno avuto problemi per lo sfruttamento dei cavalli, hanno dovuto concedere precisi turni di lavoro. Ora che all’uomo sono state cancellate le garanzie sul lavoro. Ultima notizia di stampa, fresca fresca, titolo in caratteri cubitali, «Festino, sul carro una Santuzza sexy», che vuol dire l’oltraggio? con gruppi pop, rock, blues, jazz e folk. È veramente una sacrilega sceneggiata, mentre ancora fedeli per grazia ricevuta salgono con le ginocchia l’antica scalinata levigata e portano ex voto di collane e bracciali d’oro.

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Usate lo zoom

Tornando all’accorato appello dell’aiuola newyorchese, mi scorrono avanti agli occhi tante scene di nostre aiuole, di mattina, di mezzogiorno e di sera, per tutta la giornata. In un giardino, dedicato ad un neo beato con tanto di epigrafe e gruppo statuario realizzato da un artista spagnolo, appena cresce un ciuffetto di erba giungono degli uomini con visiera da apicoltori che radono a zero la terra rossa. Vietato parlare di siepi verdi, di composizioni floreali, solo i pini crescono e svettano. Un giorno una signora con un cagnolino al guinzaglio affisse su ogni albero un foglietto scritto a mano: « Razza di bastardi incivili, non portate i vostri cani a sporcare, oltre alla decenza e ai profumi attentate alla salute non solo vostra, ma di tutti» (accennava forse ad una terribile malattia contagiosa, ma ignorava le terribili zecche, le fastidiose pulci, le zoonosi in genere).  In genere i signori di bell’aspetto, le amorevoli signore o le gentili fanciulle, regolarmente sprovvisti di paletta e sacchetto, vengono da altra zona, da altra strada, perché, come dicono anche gli americani con il loro grazioso acronimo, NIMBY, Not In My Back Yard, cioè "Non nel mio cortile". Perché anche da noi lo yard è il luogo veramente il più sacro di tutto lo sconfinato universo, il sacer (nel senso latino) e inviolabile yard.  Perciò ho capito che ha una ragione, se reparti interi di ipermercati sono pieni di cibi per cani e gatti, ma anche di vestitini e altri fantasiosi oggettini di uso, ho capito perché anche loro hanno diritto alla varietà di carni e di cucine diverse. Non è abbastanza importante la vita del pianeta, il buco di ozono e l’effetto serra per la deforestazione contano di meno del prezioso giocattolo di un cane, si può abbattere la foresta amazzonica e quella tropicale dove vivono gli elefanti per creare praterie per animali da macello.  Capisco ora perché esiste il mestiere del Trainer Certified Dog professional e del Consigliere del Comportamento Canino, specialista nell’aumento dei cani nella aree urbane, aiutando uomini e cani a vivere in armonia. Con loro collaborano (si fa per dire) una rete di veterinari, esperti di toilette, dogsitter, negozi specializzati, centri diurni di assistenza e custodia. Tutto rientra nella immensa macchina tritatutto della commercializzazione dell’esistenza. Ma non fraintendete, adoro i cani più di tanti loro padroni e vorrei che tornassero nel loro ecosistema. O almeno che ci stessero un poco. Non furono addomesticati per essere oggetti di mero egotismo. E se proprio non si può fare a meno di un cane, si abbia almeno rispetto di lui, ma anche degli altri uomini, con e senza cane.

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                                                       Nel Dante Park di New York

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