RIGOLETTO

( Salvatore Aiello)

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Questo Rigoletto farà certamente epoca nella mia vita” Così Verdi viveva la stagione della sua creazione artistica nel convincimento profondo di aver scolpito con mano michelangiolesca un personaggio nuovo, per tanti aspetti del tutto originale. All’orgoglio del bussetano si univa l’approvazione incondizionata di V. Hugo autore del Roi s’amuse che alludendo al memorabile quartetto del terzo atto così dichiarò: “Anch’io se avessi potuto far parlare nel’istesso tempo quattro persone, avrei ottenuto il medesimo effetto”. Rigoletto in altri termini segnava il profondo cambiamento del musicista che dall’ondata eroica-patriottica dei primi capolavori, via via si lasciava attirare da soggetti più umani e dalla psicologia assai complessa.

L’opera con uno sguardo socio – politico, la si può leggere anche come rivolta solitaria di un servo contro la borghesia rinascimentale arrogante, fondata sulla sete di potere e violazione di ogni legge. Molti altri spunti e letture se ne possono dare nel rispetto però sempre di un testo legato indissolubilmente alla sua musica. Siamo ormai stanchi ed adirati per il continuo oltraggio che per una malintesa voglia di attualità altera la fisionomia e lo spirito di ciò che l’autore ha concepito e ci ha consegnato. Al Massimo di Palermo l’omaggio a Verdi persevera in una decisa provocazione da parte di regie che ci danno la netta sensazione di amare poco l’Opera. Henning Brockhaus si è permesso di stravolgere il senso dell’ordito verdiano offrendoci una visione distorta dove si accampava principalmente un erotismo becero e gratuito, complice la scenografia di Alessandro Camera che recuperando la cavea usata per le precedenti Aida e Nabucco, trasformava la reggia dei Gonzaga prima in un postribolo e poi in un mercato delle pulci. Ci rifiutiamo di addentrarci nei dettagli, in ciò che abbiamo dovuto subire e vedere; uno per tutti Sparafucile e Rigoletto, nel drammatico incontro del primo atto, si preoccupavano di porgere delle sedie accatastate a dei pagliacci del retrostante circo e ci fermiamo qui, mentre ci chiediamo se è arrivato anche in Italia, patria gloriosa del melodramma, l’uso proditorio di ucciderlo. Alcuni giovani debuttanti che ci hanno avvicinato ci hanno manifestato delusi il loro disappunto e disorientamento nel non riconoscere nulla di quanto appreso dalle letture preparatorie. Se Rigoletto ha perso la gobba, se la casa di Gilda si è ridotta ad una pedana sospesa sulla cavea del circo e se il duca di Mantova intonava “Questa o quella” cavalcando un cavallo di troiana memoria, a salvarci dalla noia : la Musica. Giuseppe Finzi guidava l’orchestra con una certa risolutezza e con la voglia di non perdere di vista il palcoscenico alternando ritmi serrati a momenti di poca compattezza ma soprattutto con poca duttilità espressiva. Dimitri Platanias dalla interessante vocalità per omogeneità dei registri, timbro e volume, pure in un contesto infelice, è riuscito a disegnare un personaggio di sangue e lacrime con intelligenza, con un fraseggio espressivo ed una presenza scenica dominante, con lui Desirèe Rancatore, una Gilda non più bambola o solo fanciulla in balia di forze estranee ma donna determinata, protagonista delle proprie scelte e del proprio destino il tutto reso con una vocalità lirica che si è fatta più corposa nei centri, con abbandoni di esperta, tenera e calda vocalità. Meno brillante il Duca di Massimiliano Pisapia che ha affrontato il ruolo con poca adesione al personaggio per carenza di nobiltà d’accenti e frequenti cedimenti nella resa vocale. Andrea Mastroni (Sparafucile) si è imposto con possente voce così come Nicolò Ceriani (Monterone). Di buone risorse il canto di Chiara Fracassi una Maddalena assai proclive ad assecondare il gioco erotico col Duca. Completavano il cast adeguatamente Patrizia Gentile (Giovanna), Paolo Orecchia (Marullo), Aldo Orsolini (Matteo Borsa), Claudio Levantino (Conte di Ceprano), Pinuccia Passarello (Contessa di Ceprano). Buona la prova del coro istruito da Piero Monti. Nonostante tutto consenso di pubblico per il cast.

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