TEMPO DI VACANZE

( Irina Tuzzolino)

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Da pochi giorni è passato Ferragosto e tutti abbiamo l’impressione di essere entrati nella seconda parte dell’estate, quella che porta all’autunno. Il 15 agosto, festa dallo statuto incerto, ha assunto pertanto la funzione di segnare una meta temporale e psicologica nella nostra estate. Dagli ultimi anni del I sec. a. C., cioè dai tempi di Augusto, si fa festa a Ferragosto (Feriae Augusti). Allora si faceva festa in onore dell’imperatore e si celebrava l’avviarsi alla conclusione del ciclo produttivo dell’anno agricolo. Successivamente la Chiesa, che rapidamente estese la sua influenza sulle feste pagane, lo consacrò alla Vergine Assunta. Oggi anche noi continuiamo a festeggiare ma intendiamo la festa come vacanza, svago, abbuffata, svincolata da un rituale codificato ed univoco, organizzata in modo spesso estemporaneo : falò in spiaggia, bagno a mezzanotte….. semplice gita fuori città. Ma come a Capodanno si è diffuso l’uso di scambiarsi gli auguri.

Naturalmente tutti i cicli produttivi dei vari settori si sono adeguati alle Feriae Augusti, e le hanno considerate come nuovi punti astronomici di riferimento. Ferragosto significa anche turismo di massa,nazionale ed internazionale. E in questi giorni le nostre città d’arte sono piene di visitatori o turisti. Il termine turista ricorda lunghi e talvolta avventurosi viaggi esclusivi: il grand tour del ‘700, esperienza élitaria riservata a pochi uomini appartenenti all’aristocrazia. Ma l’antenato del turismo di massa si può rintracciare già nel corso dell’800 nei paesi nel nord Europa, non soltanto perché si cominciano ad organizzare periodi di vacanza a basso costo per gruppi di persone, ma anche si sente l’esigenza di guide turistiche, che forniscano indicazioni utili ed efficaci. La prima è stampata nel 1827 in Germania da Karl Baedeker (da cui prende il nome) seguita dai Red books pubblicati da John Murray nel 1836 in Inghilterra. Queste iniziative sono rivolte ad un pubblico borghese, che imita gli aristocratici nella passione e nel valore pedagogico del viaggio. Naturalmente perché il turismo diventi di massa sono stati necessari il miglioramento delle vie di comunicazione, la diffusione del benessere economico legata all’industrializzazione ed all’urbanizzazione. Evidentemente la crisi economica e i problemi legati alla sicurezza possono agire negativamente sul turismo, naturalmente su quello di massa.

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