LA QUARESIMA

Francesco Paolo Rivera *

Dopo le feste carnevalesche, si entrava in Quaresima, con le prediche e i riti religiosi: il funebre momento era il primo passo verso la reazione ai baccanali carnascialeschi … “sulle fronti belle, forse fino a poche ore innanzi sfiorate da ardenti baci, cadeva la grigia cenere a iniziare un periodo di moleste resipiscenze, pausa per alcuni, eternità per altri, soliti a giocondarsi della vita allegra. …” secondo quanto osservava Giuseppe Pitrè … tuttavia, la vanità di primeggiare non si accantonava nel periodo della quaresima.Durante il periodo della Quaresima erano in obbligo gli esercizi spirituali, e infatti in tutte le chiese della città i fedeli di entrambi i sessi si raccoglievano in meditazione.Nel Settecento a Palermo, nel rione dell’Albergheria vi era un luogo destinato esclusivamente a tale scopo, la “Casa degli Esercizi” (fondata dai religiosi di S.Carlo Borromeo) gestita dalla Congrega del Fervore diretta da mons. Isidoro Del Castillo. In quella casa, oltre a una ampia cappella, al refettorio e a “tutto quant’altro per la pace dello spirito” in lunghissimi corridoi, vi erano delle camerette entro le quali, nobili e civili, per nove giorni consecutivi si ritiravano in volontaria clausura (“per attendere alla riforma del loro costume e all’acquisto della cristiana virtù”), molti per devozione, ma molti altri per ostentazione. La Curia rilasciava a questi penitenti un attestato del ritiro spirituale … lo stesso le parrocchie, relativo al precetto pasquale. Oltre che dalla Curia, questi penitenti erano schedati sia dalla Polizia che dal Senato … ! … chissà mai perché …? Quando nel 1755 Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona venne nominato Vicerè di Sicilia, scelse, in occasione della Quaresima. qualcosa di simile, invitando tutti i nobili della città, ad assistere alle funzioni quaresimali, alla “Quinta Casa al Molo” (1) . Ogni chiesa pensava, per proprio conto, a organizzare tale avvenimento, ma la costante preoccupazione, durante la Quaresima, era quella della celebrazione dei quaresimali nella chiesa madre (duomo), che, in conseguenza di ristrutturazioni, nell’ultimo ventennio del XVIII secolo, non fu disponibile; al suo posto fungeva da cattedrale Casa Professa, ove venivano organizzate tali cerimonie. Il Senato, con l’intesa dell’Arcivescovo e del Capitolo (l’assemblea dei religiosi), provvedeva alla nomina del quaresimalista (sacerdote che predica nel periodo della quaresima). Onde potere scegliere un predicatore di alta classe, ordinariamente lo si prenotava con un anticipo di almeno otto anni sulla data fissata per il quaresimale, e non si poteva fare altrimenti …: essendo Palermo, una città di primissimo ordine, la capitale del Regno di Sicilia, l’oratore al quale si sarebbe dovuto affidare il ciclo di conferenze doveva essere scelto tra i principali oratori italiani, di altissima qualità, di grande intelligenza, di buon gusto e di merito incontestabile, e quelli disponibili non erano molti. Nel 1782 venne prenotato, per il 1790, padre Felice Testa della Congregazione dei Celestini, nel 1783, per il 1791, padre Pietro Rottigni (chierico regolare di Somasco) (2), nel 1784, per il 1792, padre Alberto Tozzi dei Predicatori.  Quella che contendeva il primato alla Cattedrale era la Chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella. I devoti accorrevano numerosi ad ascoltare gli oratori migliori, ne studiavano l’ingegno, la scienza, la parola, addirittura la mimica; emettevano giudizi, insomma i Quaresimali e i quaresimalisti erano oggetto di critica da parte di coloro che li andavano ad ascoltare, i cui giudizi positivi o negativi erano oggetto di commenti e di dispute nei circoli e nelle riunioni.

“tinta dda matri c’havi lu figghiu pridicaturi”,

… spesso la parola di Dio veniva maltrattata proprio da coloro che meno la intendevano !

La simpatia o l’antipatia che il quaresimalista generava nel pubblico dei penitenti dipendeva da diversi fattori: la nazionalità dell’oratore (3), le sue relazioni con personaggi importanti, le sue doti, e – diciamolo pure – il suo saper calcare le scene …, infatti molte volte, come gli attori di teatro, erano fatti segno, a scena aperta, a calorosi applausi o a segni di evidente disapprovazione. Gli esercizi spirituali erano molto frequentati dai penitenti sia perché spiritualmente portati alla celebrazione dei riti quaresimali, sia … perché, in quel periodo, c’era ben poco da fare in Città … niente feste, niente festini, niente spettacoli teatrali … ! Anche le monache entravano nella competizione, specialmente quelle della Martorana, i cui quaresimalisti conquistarono talvolta il successo su quelli del Duomo. Naturalmente, queste manifestazioni avevano un costo. Oltre ai costi per l’arredamento delle chiese e dei luoghi di riunione, c’erano anche quelli per l’oratore: il predicatore quaresimalista della Matrice per le prediche e i panegirici, percepiva un compenso di 80 Onze, (come disposto dal Tribunale del R. Patrimonio il 13 maggio 1693, con la condizione che il detto predicatore se “regnicolo” (cioè cittadino del regno di Napoli) conseguisse onze 60, se forestiero onze 80, (come dalla riforma del 1788). Diverso il trattamento economico per determinati oratori, per esempio quello che predicò in presenza dei reali (Ferdinando e Maria Carolina) (4), alla fine dei quaresimali fu invitato dai sovrani a palazzo reale, ed ebbe in dono una grossa somma in monete di oro oltre a una tabacchiera del valore di duecento onze, … quasi il triplo del compenso che solitamente il Senato erogava all’oratore  forestiero (5). Nel periodo della Quaresima, tutte le chiese, le parrocchie, gli oratori, i monasteri organizzavano gli esercizi spirituali, per almeno quattro giorni, in genere suddivisi per classi sociali. Quelle frequentate dai meno abbienti, cominciavano nelle ultime ore del giorno e finivano alla sera. Così come si organizzava alla Quinta Casa al Molo per gli uomini, al Ritiro delle Figlie della Carità, nel corso della Quaresima si ricevevano le dame, le donne civili, le zitelle, le persone più povere, per nove giorni, per gli esercizi spirituali di S. Ignazio di Lojola, e solo le prime (le dame) erano tenute a contribuire alle spese per il pranzo, per la cena e per qualsiasi altra necessità. Necessariamente si cercava di usare un linguaggio diverso a seconda del livello intellettuale del pubblico dei penitenti. La istruzione e la meditazione venivano impartite da uno o più sacerdoti: la istruzione era in genere “amena” al fine di “divertire” il pubblico di uomini, donne, vecchi e bambini, mentre la meditazione sul purgatorio era definita una vera penitenza e quella sull’inferno un vero e proprio supplizio (6). Vale la pena accennare a una di queste prediche che rimase famosa per il rumore che generò. In occasione degli esercizi spirituali per le popolane della Kalsa, nella chiesa della Gancia (S. Maria delle Grazie) si vollero rappresentare dal vivo le pene dei dannati all’inferno. La descrizione fatta dall’oratore fu talmente realistica che generò il panico tra le penitenti: donne che, prese dalla paura, iniziarono a urlare, altre più vicine alla porta scapparono dalla chiesa, alcune svennero …, richiamata dalla grida accorse la gendarmeria, e chiarito l’avvenimento, pare che – fortunatamente – il tutto si sia risolto tra … grandi risate … !

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* Lions Club Milano Galleria – distretto 108 Ib-4 – matr. 434120

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  • questo il testo del “nodiglio” (circolare di invito) recapitato ai nobili della Città: “Il Vicerè la riverisce, ed avendo risoluto di andare a fare li esercizj di S. Ignazio nella Quinta Casa, la esorta e prega a volere con la sua pietà tenergli compagnia in questo santo ritiramento, e gliene averà obbligazione, oltre il merito che ella si farà col signore Iddio. Questa fatta di esercizj, composta di soli nobili, continuerà la sera del lunedì 23 corrente marzo (1767) e terminerà la mattina del giorno primo di aprile.” Seguito da un altro invito, riservato sia ai nobili che ai mercadanti, che serviva a informare che l’inizio fissato per la sera del lunedì 6 aprile sarebbe terminato la mattina del mercoledì santo. Messaggio, quest’ultimo, che terminava col seguente invito “Si compiaccia però avvisar per tempo con un suo biglietto in risposta a quale delle due potrà intervenire, non dubitandosi che per questi pochi giorni lascerà ogni altro affare per occuparsi di quello solo, che tanto importa all’anima sua.” … senza alcun dubbio “l’ordine” era quello “… fatevi gli esercizi spirituali !”. Per la cronaca, la Quinta Casa, nel 1787, venne trasformata nella “Real Casa di correzione per figli discoli e per le mogli scorrette”;
  • … grossi guai insorsero quando il predetto padre Pietro Rottigni, malgrado avesse assicurato al Senato la sua presenza, sette anni dopo, cioè un anno prima di quello fissato per le sua nomina a predicatore quaresimale, comunicò di non poter venire, mandando su tutte le furie il Pretore e tutti i membri del Senato. Fu invitato, in sostituzione, padre Matteo Aceto, il quale, poco prima della Quaresima, .. se ne andò all’altro mondo … e fortunatamente si trovò disponibile il carmelitano scalzo padre Gaspare da Gesù, il quale con una certa lode salvò la situazione;
  • alla fine del secolo, quando la famiglia Reale fu costretta a trasfersi a Palermo, alle celebrazioni della Quaresima fu invitato il Domenicano spagnolo padre Domenico Maria Sances, che predicò a Casa Professa in presenza dei reali: la regina Maria Carolina pare che ne avesse riportato grande entusiasmo, tanto che alla fine degli esercizi spirituali lo invitò a Palazzo. L’oratore invitato dalla chiesa dell’Olivella era un nizzardo, che non ebbe molto successo … certamente, a seguito dell’occupazione francese di Napoli, quest’ultimo non poteva aspirare alla simpatia né dei reali né del pubblico palermitano;
  • e, a proposito della Quaresima, celebrata a Casa Professa con la presenza dei Sovrani, una osservazione dei cronisti di quell’epoca, che vale la pena di riportare … stranamente Re Ferdinando, il cui principale divertimento era la caccia e la pesca, che alternava alle noiose cure dello Stato, che per non dare fastidio alla Regina si asteneva dall’accompagnarla durante le visite dei monasteri, partecipò a tutti i riti della Quaresima, dimostrando grande interesse a tutte le riunioni degli esercizi spirituali;
  • oltre al Quaresimale del Duomo, il Senato organizzava anche delle “Rogazioni”, che erano le processioni alle quali partecipavano tutte le corporazioni monastiche della città, durante le quali dotti oratori pronunciavano prediche innanzi ai monaci, ai frati e agli ecclesiastici di Palermo e preghiere, atti di penitenza e processioni propiziatorie sulla buona riuscita della seminazione. Questo perchè, il Comune – intorno alla seconda metà del 1500 – aveva fatto voto di festeggiare San Sebastiano, Sant’Agata, e nel 1624 Santa Rosalia, come protettori della Città, con tre solenni Rogazioni.
  • i predicatori svolgevano la loro missione attingendo il sistema di predicazione, sopra accennato, da un opera “L’utile col dolce cavato da detti e fatti di diversi homini suvissimi (dolcissimi) che si contiene in tre decade di argutie … per ricreazione e spiritual profitto di tutti e consolazione specialmente de’ tribolati ed afflitti e per efficace antidoto contro la peste della malinconia”, opera composta, nel 1671, da un dotto gesuita, padre Carlo Casalecchio (1626-1700) e successivamente pubblicata in ben undici edizioni.

 

 

 

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