PAROLA DI DANTE
Gabriella Maggio
Lo ben che tutto il regno che tu scandi
volge e contenta, fa esser virtute
sua provedenza in questi corpi grandi.
(Paradiso VIII, 97)
Dio che fa girare e appaga il regno al quale sali fa sì che la sua provvidenza divenga virtù che influisce su questi corpi grandi. Queste parole pronunzia Carlo Martello nel cielo di Venere , rivolgendosi a Dante. La costruzione transitiva per un verbo di moto non è inusuale nella Divina Commedia. Nello stesso canto, al v. 106, si legge: “il ciel che tu cammine“, e anche nel Purgatorio XXXII, 31, Sì passeggiando l’alta vota. “Scandi “ è un latinismo da scanděre, salire, ascendere, appena adattato alla morfologia dell’italiano, continuato solo nell’attuale scandire, pronunciare in modo distinto, articolando bene le sillabe; analizzare dei versi di tipo quantitativo nella loro composizione metrica; analizzare un’immagine da trasmettere decomponendola in un gran numero di punti; analizzare e poi ricomporre un’immagine con un lettore ottico; scansionare, scannerizzare. Nel significato di “muovere in pendenza” il verbo continua oggi in di-scendere, a-scendere, tra-scendere.