LA CONQUISTA DEL CILE NELLA LETTERATURA (seconda parte)

(Gianfranco Romagnoli)

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Nel precedente articolo abbiamo visto come nel poema La Araucana, opera capitale della letteratura del Secolo d’oro spagnolo, il suo autore Alonso de Ercilla, a causa di gravi dissidi insorti con il giovane governatore García Hurtado de Mendoza, avesse evitato accuratamente di esaltarne la figura nella sua immortale opera letteraria. A questo spiacevole oscuramento del suo ruolo Don García pose rimedio ordinando a Pedro de Oña, poeta nato in Cile, di scrivere un altro poema che esaltasse la sua figura: quest’opera, poeticamente assai inferiore a quella di Ercilla, fu pubblicato nel 596 con il titolo Arauco domado.

Ma altre opere letterarie parimenti encomiastiche furono commissionate, anche dopo la morte di don García (1609) dai suoi discendenti, secondo un uso piuttosto comune all’epoca e seguito anche dalla famiglia Pizarro, per rivendicare meriti verso la Corona spagnola. La più importante di queste opere è la commedia Arauco domado, scritta dal sommo Lope de Vega nel 1625, però ce ne sono diverse altre: Algunas hazañas de las muchas de Don García Hurtado de Mendoza (1622) scritta a sei mani da Luis Belmonte Bermύdez e altri cinque noti commediografi; Las hazañas del Marqués de Cañete di Juan Ruiz de Alarcón (1622); El Gobernador prudente di Gaspar de Ávila (1663). Chiudiamo questa piccola rassegna con un’opera moderna: il bel romanzo di Isabel Allende Inés de l’alma mia (2006) che, attingendo essenzialmente al poema di Ercilla, esalta la figura della avventuriera spagnola Inés Suarez, amante di Valdivia, sua eroica compagna e combattente sin dall’inizio dell’impresa cilena nella quale svolse un ruolo determinante. Questo interessante personaggio di conquistadora merita qualche cenno biografico. Nata in Estremadura, come molti conquistadores, nella città di Plasencia e sposata giovanissima, si imbarcò per l’America alla ricerca del marito, emigrato in Perù. Conobbe Pedro de Valdivia, con il quale ebbe una lunga relazione, e con lui partì alla conquista del Cile, animando l’avventurosa spedizione e stabilendosi poi col suo amante nella città di Santiago, da lui fondata col nome di Santiago de la Nueva Extremadura. Mentre Valdivia era partito a capo di una spedizione per allargare la conquista al sud del Paese, i terribili guerrieri Mapuches assalirono la città, riuscendo a penetrarvi e ad incendiarne le case, grazie alla sorpresa e alla scarsezza della guarnigione militare rimasta a presidiarla. Inés, senza perdersi d’animo, si mise a capo degli spauriti cittadini e combattendo strada dopo strada, casa dopo casa, riuscì a respingere l’assalto: la leggenda vuole che abbia ella stessa tagliato molte teste dei nemici. La relazione con Valdivia ebbe fine nel 1549 per una sentenza, che obbligava lui a riportare la moglie dalla Spagna e lei a sposare Rodrigo de Quiroga  Inés morì intorno al 1580, dopo aver fondato un eremo   e un tempio della Merced a Santiago. Il Cile la onora tra i suoi eroi e fondatori.

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