ESSERE ONESTI CON SE STESSI

Daniela Crispo

Siamo capaci di affrontare i dubbi che la vita ci pone davanti, di accettare il fatto  che  spesso non abbiamo  la reale capacità di trovare risposte  chiare? Dobbiamo considerare il problema con sincerità verso noi stessi e accettare che le nostre convinzioni, anche le più salde, vengano messe in discussione, consapevoli “ volontariamente” della nostra fragilità. Impariamo perciò ad essere assertivi nel senso giusto e misurato del termine e non nel senso dell’irritante “assertività morale” oggi tanto in voga. Assertività deriva da asserire, a sua volta dal latino ad serĕre, che significa intrecciare e quindi discorrere, perché i discorsi sono parole e concetti intrecciati. Il termine originariamente aveva uso giuridico col significato di “dichiarare libero” uno schiavo o rivendicarne il possesso. Non si deve dimenticare che asserire è affermare la verità di una cosa senza dimostrarla, per questo si deve essere cauti e soprattutto sinceri. Niente bluff. L’ assertività è la capacità di esprimere i propri sentimenti, di scegliere come comportarsi in un determinato momento/contesto, di difendere i propri diritti, di esprimere serenamente un’opinione di disaccordo quando lo si ritiene opportuno, di portare avanti le proprie idee e convinzioni, rispettando, contemporaneamente, quelle degli altri. È un modello di comportamento interpersonale, capace di garantire non soltanto un livello di civiltà nei rapporti tra gli uomini, ma contemporaneamente uno stato di benessere emotivo per coloro che lo mettono in pratica. Un metodo intellettuale che si può intendere anche come “onestà con se stessi”. Ne deriva chiaramente che quando si asserisce qualcosa non si è sicuri di avere ragione, ma si vuole analizzare e capire la situazione. È un modo complesso di mettersi in gioco applicabile sempre, accettando anche il fatto che talvolta possiamo essere contraddittori perché siamo complessi. Per capirci, se riflettessimo di più sulle grandi opere d’arte, ci sarebbe chiaro che esse sono composte proprio perché non c’è un’unica risposta ai dilemmi dell’esistenza. Purtroppo oggi accade il contrario. Risposte incontrovertibili a situazioni complesse sempre meno comprese.

 

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