SPES

Silloge poetica di Pietro Manzella, ed Area Navarra

Letta da   Gabriella Maggio

Spes,  la decima  silloge poetica di Pietro Manzella , è la rappresentazione della vita e del mondo attraverso una personalissima  ricerca di senso, che  scandaglia   la propria umanità fatta di esperienze vissute, di attese, di sogni, di insoddisfazioni, di ricordi, di tensione verso l’alto, sede valoriale secondo la tradizione.  Da  poeta vero Manzella,  teatralizza la  propria esperienza del mondo e nel mondo e dà alle parole  della tribù , fatte di urla e motti , “un senso più puro”, come diceva Stéphane Mallarmé, ma anche più potente. Il suo  lessico è materico, fedele a dati di fisica concretezza : sotto braccio, occhiali da sub,sbavature sulla cartapesta, mano/mani, messo in rilievo  dalla particolare  cadenza discorsiva del verso. Le nove raccolte precedenti acquistano , rispetto a Spes  lo status di “ conclusioni provvisorie”. Eppure  già  in “Semi”  il Poeta  dava un’anticipazione della futura silloge  nella metafora dell’alba di speranza : “Quando a sera / il sole/ addormenta il mio corpo/riparte/la speranza/della nuova alba”(La nuova alba). In queste parole è evidente il riferimento  al “sorgere” della speranza  come argine al male di vivere. Si percepisce in esse  quella corrente sotterranea, sempre più evidente e stratificata nel tempo, che si manifesterà pienamente in Spes , dove il  personale impegno morale  nella società porta il Poeta a oltrepassare l’ambito dell’io esclusivamente lirico per farsi  io etico e sociale pronto a cogliere e correggere l’avidità e l’egoismo  ed additare all’uomo la speranza di una vita più giusta e responsabile verso se stesso e gli altri. Ai volti stanchi/ impauriti/ ansiosi/svagati/ increduli/ indifferenti  il poeta offre la torcia della speranza. Dalla perentoria  affermazione   “ Ritengo che un uomo debba fare produrre sempre il suo cervello ed impegnarlo in modo diverso, non adagiandosi mai sui traguardi raggiunti. L’uomo è un essere dinamico, l’uomo è spirito di conoscenza, l’uomo è predatore di tutto, l’uomo non può restare inerme e inerte di fronte a tutto quello che gli accade attorno” della Postfazione dell’autore a “Come il vento sulle dune”, Federico,1999 si giunge  al  maturo approdo della decima silloge : “Speranze/ serenità di guardare/ il cielo/camminando sui cocci di vetri/ senza dolore/stringendoti la mano/ del domani.” E ancora “Speranza è l’uomo/ che prega/sogna/ attende/ vive..”(Oggi è domani). La parola del Poeta si fa  pioggia benefica per  rianimare e tenere i vita con amore solidale le speranze “inaridite” perché gli uomini sono confusi impauriti sbandati. La poetica di Spes si fonda  su  tre temi fondamentali: io lirico che osserva  la realtà, la società e la  natura ( spesso contrapposte, come nell’esemplare  fiele di uomini/miele di api), l’Amore , ora per la  donna, che diventa musa, ora cemento d’umanità. I temi  poggiano su “ sani valori”( Nicola Romano, quarta di copertina di “Acqua” SCe.) che germogliano “ nel profondo del cuore”( D.Maffia recensione di “Spes”) e rendono autentica la poesia di Pietro Manzella. Tra le molte immagini originali della silloge appare significativa la “zattera solitaria” che rimanda alla capacità  dell’uomo- poeta  di costruirsi un mezzo sia pure essenziale, artigianale,  per navigare  nella vita. La zattera diventa quindi nell’immaginazione del Poeta il correlativo oggettivo della spes, che secondo l’etimologia deriva dalla radice sanscrita spa  e  significa  “tendere verso una meta”.  Esplicito  l’ invito  al “rispetto dell’altro, al dialogo sereno e all’ascolto reciproco” che rappresentano i  legami  che restano, non ostante tutto,  i pilastri della vita. La  speranza, àncora   a  quello che si ha, qui ed ora, al rapporto reale  con le cose e con gli uomini , senza cedere al richiamo illusorio  dell’utopia. La poesia di Pietro Manzella chiara e oggettiva, quotidiana, lontana dall’avanguardia e dallo sperimentalismo, è quindi necessariamente “speranza” di orientarsi nel groviglio, di familiarizzare con le schegge e col frammento, per  prendere atto  dell’eterogeneità dei dati, mantenendo sempre vivo lo scarto : “ma la porta /del tuo cuore/è stata sempre socchiusa/pronta a spalancarsi”. La speranza nutre  la parola del Poeta che e-voca , porta   alla luce l’essere,  come ha detto  Heidegger.  Infatti Manzella scrive : ”Il poeta / vive nella strada/per la strada/ guarda oltre la strada ( Cristalli di vapori) ed anche :”Ho scritto sui binari/ dei treni/ sui semi /della terra/sulla luce /del mondo…”(Binari illuminati). La speranza è naturalmente unita ad un  forte amore per la vita  : “Un’altra alba /ha saziato/ la mia fame di vita/ mentre mi disseto/ con i colori del passato/ che riempiono/ il bicchiere di spumante/ per il brindisi/ alla consapevolezza  nel pieno rispetto degli altri :    vivere ogni nuovo giorno/ con la certosina attenzione di evitare lacrime.  La silloge è  dedicata alle nipoti Elisa e Lucia, le giovanissime speranze del nonno  preso  nella rete di nuovi,  profondi sentimenti. La  data precisa  di ogni poesia dà il senso dell’autenticità  di Spes  segna l’itinerario del tempo umano verso il trascendente, illuminato  dalla Verità. La speranza, come dice Manzella nella Nota dell’autore è “ una coordinata essenziale per una possibile riconciliazione dell’uomo con Dio. Questo è il desiderio del poeta, e il titolo della silloge “Spes” nascendo  dalla costatazione di una mancanza, offre la fiducia in una  realizzazione possibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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